Andrà Tutto Bene – Asso di Cuori

Start Summer Party

5 GIUGNO 2010
START SUMMER PARTY
– last day of school-

http://www.facebook.com/event.php?eid=120919504609066&ref=mf
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La Fattoria in collaborazione con YES WEEK END STAFF e ASSO DI CUORI sono ORGOGLIOSI DI INVITARVI ALL’EVENTO DELL’ANNO.. QUELLO CHE VI RIMARRA’ NELLA MEMORIA PER SEMPRE…..
DOPO SALONI OTTOCENTESCHI, DISCOTECHE ECC… L’ULTIMO STUDENT CI SEMBRA DOVEROSO FARLO IN UN POSTO ANCORA FUORI DAGLI SCHEMI…

PER QUESTO NON CI SIAMO LIMITATI ALLA SERA, CHE NON E’ MAI ABBASTANZA, QUESTA VOLTA COMINCEREMO IL POMERIGGIO….

DALLE 14:00 —-> school & pub context calcio saponato
il tutto accompagnato dalla musica più bella di sempre e piccole piscine relax…
I vincitori del calcio saponato avranno in premio pizza e bibita presso la FATTORIA
( probabilmente verranno posizionati sul terreno sassoso materiali per ammorbidire e consentire di prendere il sole tranquillamente)
SPECIAL OFFERs:
spritz 2 euro
cola 1.5 euro

DALLE 19:00 —-> cena nella rustica FATTORIA;
SPECIAL OFFER:
10 euro ( pizza + bibita)

DALLE 22:00 —> student party con la musica che più ci piace fino alle 2:00 del mattino…FREE ENTRY

L’evento che tutti gli studenti del TRENTINO aspettano

PER INFO PRENOTAZIONI CENA, CALCIO SAPONATO o SEMPLICEMENTE per capire dove sia il posto 🙂

ESPO/ MARTI 3492559535 —> FLORIANI
LENTI 3401265606 —> FLORIANI
FORCY 3405624413 —> FLORIANI
ANGELA 3406306752—> MAFFEI
LUCA 3452146425—> MAFFEI
PELLE 3472984946 —> MANZONI
HERBY 3396772821—> FLORIANI
CRIS 3488421302 —> MAFFEI
ALEX 3470034752 —> ITI TRENTO
DEBBY 3467754111 —> BARELLI ROVERETO
DAVIDE 3454563910 —> MAFFEI
CRISK 34581093735 —> ROVERETO
RAFFA 3492197285—> ENAIP
ELENA 3382818343 —> LICEO
MAX 3931778043 —-> GARDA SCUOLA
JACK 3452191501 —> ALBERGHIERA

Asso di Cuori, successo per la presentazione del libro “Andrà tutto bene”

Riva del Garda, 14 marzo – Presso la sala comunale della Rocca si è svolta ieri pomeriggio la prima iniziativa culturale dell’associazione giovanile “Asso di Cuori”, con la presentazione del libro “Andrà tutto bene” di Massimiliano Macera.

“Siamo molto soddisfatti di questo nostro primo incontro, data la sala piena alla presenza di circa una quarantina di ragazzi come pubblico e il grande interesse che ha suscitato questa presentazione. Siamo inoltre contenti di aver dimostrato a questa amministrazione come l’evento si sia potuto svolgere in totale tranquillità ed armonia, e che l’ignoranza e i censori si trovano altrove”. Dichiara Michele Ghirotti, Presidente dell’Asso di Cuori.

“Massimiliano è un giovane ragazzo di ventitré anni che studia all’Università di Tor Vergata, e che ho avuto il piacere di conoscere in Abruzzo, quando partii come volontario per aiutare la popolazione terremotata – continua Ghirotti – Questo è il suo primo racconto, che ha scelto di pubblicare da sé presso un editore, così come si conviene ad un uomo libero che decide di proporre cultura libera e partecipata, ossia una cultura lontana dalle logiche di profitto, carriera ed interesse.

Ghirotti conclude introducendo il libro: “Il racconto parla di Amos che ha deciso di essere un ex avvocato. Ma non ha deciso di viaggiare insieme a Giada, anche se lei riesce ad intrufolarsi in macchina. Il suo viaggio tutto d’un fiato, veloce, repentino, nichilista, rispecchia lo stile con il quale Amos scrive di se stesso, col suo taccuino Moleskine, con le sue canzoni e le sue poesie. Amos diventa rapidamente un Kerouac che, certo senza benzedrina, è accompagnato nel suo viaggio da amici che assomigliano agli individui di Palahniuk. Amos è capace di riflettere anche quando un assordante silenzio lo accerchia: dietro di lui ci sono Sun Tzu, Luciano, gli appunti sull’utilitarismo, l’assenza di fiato e la mancanza di virgole, i lapidari aforismi e le parole nuove.

Michele Ghirotti
Presidente Associazione “Asso di Cuori”

assodic@yahoo.it

http://www.assodicuori.tk

[Riva d/g] Presentazione libro “Andrà tutto bene” di Massimiliano Macera

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=381478

Asso di Cuori vince la prima battaglia

VERBALE DI DELIBERAZIONE N. 1638
DELLA GIUNTA MUNICIPALE
PROT. N. 2010 – 0003686
REGOLAMENTO COMUNALE PER LA PARTECIPAZIONE E LA
CONSULTAZIONE DEI CITTADINI – ART. 17 E 18 – ALBO COMUNALE
DELLE ASSOCIAZIONI E MODALITA’ DI ISCRIZIONE: ISCRIZIONE
CON RISERVA DELL’ASSOCIAZIONE “ASSO DI CUORI”

L’anno duemiladieci, addì venticinque del mese di gennaio (25-01-2010), alle ore 11:10 nella
Sala riunioni, si è convocata la Giunta Municipale.
Risultano presenti i signori:
MOLINARI CLAUDIO – Sindaco
MOSANER ADALBERTO – Vice Sindaco
GIORDANI ROSANNA – Assessore
MARINO LUIGI – Assessore
TONELLI GIANCARLO – Assessore
MATTEOTTI PAOLO – Assessore
ZANONI ALESSIO – Assessore
Partecipa la Sig.ra MORESCO LORENZA – Segretario generale
Riconosciuto il numero legale degli intervenuti, il sig. MOLINARI CLAUDIO nella sua
qualità di Sindaco assume la presidenza e dichiara aperta la seduta per la trattazione
dell’oggetto suindicato posto al n. 4020 dell’ordine del giorno

DELIBERA
1. di iscrivere con riserva nella seconda sezione dell’albo comunale, per le motivazioni
meglio espresse in premessa, l’associazione “Asso di cuori” di Riva del Garda operante
nel settore culturale;

2. di stabilire che la riserva di cui al punto 1. verrà sciolta, positivamente o negativamente,
al termine dell’anno in corso, durante il quale dovrà essere svolta l’attività necessaria
all’accertamento della situazione di totale autonomia dichiarata dell’associazione “Asso di
cuori” rispetto all’associazione “Casa Pound Italia – Riva del Garda”;

3. di incaricare l’Unità Operativa Attività Culturali, Sport e Turismo di comunicare
all’associazione sopra indicata gli estremi dell’avvenuta iscrizione con riserva nella
seconda sezione dell’albo comunale;

4. di dare evidenza al fatto che, in applicazione dell’art. 4, comma 4, della L.P. 23/1992 e
ss.mm., avverso la presente deliberazione è ammessa opposizione alla Giunta Municipale
da parte di ogni cittadino, art. 79 del D.P.Reg. 1.02.2005, n. 3/L, durante il periodo di
pubblicazione, nonché ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ex art. 8 del
D.P.R. 24/11/1971 n. 1199 entro 120 giorni, e giurisdizionale avanti il T.R.G.A. di Trento
ex art. 2 lett. b) della legge 06/12/1971 n. 1034 entro 60 giorni, da parte di chi abbia un
interesse concreto ed attuale.

***

Sulla riserva politica non commentiamo. Il boccone per l’amministrazione era troppo amaro per mandarlo giù senza edulcorarlo un po’. Ad ogni modo ora l’Asso ottiene la possibilità di fare finalmente attività senza ostracismi. Avanti!

Festa al RivaBar!

OCCIDENTALE di novembre 2009

http://www.occidentale.org

In prima pagina:

Nutella & oligarchia

Con la svolta bersaniana il Pd da movimento “liquido” si fa solidissima sponda per i poteri forti
Ritratto di un partito in cerca d’autore con un sogno nel cassetto: uccidere Silvio

di Adriano Scianca

«Lo scrutatore non votante / è indifferente alla politica / Ci tiene assai a dire “ohissa!” / Ma poi non scende dalla macchina / È come un ateo praticante / Seduto in chiesa alla domenica / Si mette apposta un po’ in disparte / Per dissentire dalla predica». Dice bene, Samuele Bersani, tratteggiando il ritratto dell’italiano medio qualunquista, borghese, pavido e disimpegnato. Tutt’altra storia – apparentemente – rispetto alla folla di bravi cittadini educati, entusiasti, sorridenti e volenterosi che il 25 ottobre scorso hanno affollato i gazebo del Pd per eleggere segretario un altro Bersani, quel Pier Luigi che rappresenta il ritorno al passato del partito che si voleva invece più moderno dell’Italia contemporanea.
Il sito di controinformazione noreporter.org ha ben illustrato la paradossale elezione del nuovo segretario, fatta passare dai media compiacenti come uno straordinario esempio di partecipazione popolare. Essendo un’immagine fulminante e sintetica ne riportiamo il testo integrale:
«Più di due milioni e mezzo alle urne nelle primarie piddine per ratificare il cambio di testimone. Ovvero il sei per cento degli aventi diritto al voto. Segretario piddino, il terzo  in un anno, sarà Bersani. Lo si sapeva: era il candidato delle banche, dei sindacati, dello zoccolo storico del Pci, dell’Ulivo e il rappresentante dei governatori delle regioni a poteri forti (Calabria, Campania). A che servisse andare ai gazebo del partito più grottesco e meno serio d’Italia non è dato sapere. Ma il dato di cultura sociale è da incorniciare. In Italia sei elettori su cento  sono disposti a buttare due euro e una porzione di domenica per andare a far finta di contare qualcosa. Cosa non si sa, e non importa, quel che conta è credere di essere importanti almeno un po’. Noccioline!».
Eh sì, ci vorrebbero proprio le noccioline. Perché il Pd ha tanti difetti, ma se non altro fa ridere. Quasi mai volontariamente, in verità, ma comunque non è poco. E’ del resto curioso che un partito nato come creazione di veltronismo puro, intriso di buonismo, di pensiero debole, di “ma anche”, di spirito televisivo, di inglesismi e anima modaiola possa di punto in bianco riciclarsi come nuovo Pci. Il Partito democratico, insomma, appare oggi più che mai un contenitore vuoto, senza un progetto globale. Un movimento che oggi fa dell’essere “liquido” la propria ragion d’essere e che domani può senza vergogna e senza tanti ripensamenti riscoprirsi “solido” al limite della fossilizzazione.
Ma tutto questo, in fondo è inutile. Perché, di fatto, i piddini sanno benissimo di non contare nulla. Per ora. E’ tutto falso, è tutto privo di senso. Il Pd, in effetti,  nasce con il paradosso di sbandierare al mondo la sua “vocazione maggioritaria” e di costituire, al contempo, l’unico partito d’opposizione d’Occidente che non mette neanche in agenda la possibilità di andare al governo. Non in maniera “democratica”, almeno. Pensateci bene: ma davvero vi immaginate di andare domani alle elezioni e vedere il Pdl del buon Silvio perdere in modo legale e trasparente sotto i colpi dello straordinario consenso popolare dei Bersani-boys? Dai, facciamo i seri.
La verità è che in Italia un’opposizione forte, combattiva, pericolosa esiste davvero, ma è rappresentata da oligarchie di cui al massimo il Pd può aver fatto da cassa di risonanza, non certo da traino. Il quadro è più o meno questo: lo scenario di una democrazia british perfettina e pregna di senso civico ed elegante sportività in Italia semplicemente non esiste. Chi si immagina Berlusconi come l’Attila televisivo, rozzo arricchito giunto a turbare questo ordine idilliaco non ha capito nulla, dato che appunto tale modello da noi non si è mai imposto. La democrazia, in Italia, è finita e non per colpa del lupo cattivo di Arcore. E’ finita (ma è mai iniziata?) perché superata in due direzioni opposte. Berlusconi è post-democratico per il suo populismo carismatico che qualcuno (forse dando un suggerimento implicito) definisce “peronista”. La sinistra, che invece si vuole morigerato baluardo della Costituzione e bla bla bla, è invece altrettanto post-democratica, ma in direzione opposta: quella che appunto strizza l’occhio alle oligarchie. Il fronte antiberlusconiano non ha le sue avanguardie nelle gerarchie di partito ma nelle “elite radical chic di merda” (Brunetta dixit) dei giornali, della magistratura, degli imprenditori cattocomunismi.
E su tutto, in modo inquietante, si affaccia l’idea del tirannicidio. La visione per cui si esce dal berlusconismo solo con la fine fisica di Berlusconi è sin troppo diffusa. Per lo più si parla di declino fisico più o meno spontaneo (eppure Silvio, pur non essendo un giovincello, non ha nemmeno 99 anni…). Qua e là, però, si fa strada il retropensiero, che talora affiora persino alle labbra, che tutto sommato affrettare le cose ed eliminare l’uomo di Arcore sia un dovere civico di ogni sincero democratico. E’ così che si producono film come “Shooting Silvio”. E’ così che l’incauto giovane dirigente del Pd modenese se ne esce in Facebook con uno status del tipo: “Ma santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi!”, portando alla luce del sole quell’aspirazione che dovrebbe rimanere segreta fino al momento opportuno.
Ovvio, fa sorridere Berlusconi che parla di “comunisti”, “sinistra eversiva”, “golpe della magistratura” etc, che paventa complotti ai suoi danni con il suo caratteristico approccio esagerato e tranchant. Fa sorridere, ma tra le righe del discorso demagogico dice importanti realtà. Dice che, appunto, c’è in Italia una sinistra infeudata in precisi centri di potere culturali, economici e istituzionali. Dice che nessuno di tali centri ha investitura popolare e che anzi tutti hanno fastidio e insofferenza verso la popolarità di cui gode la maggioranza. E’ l’eterna idea della “democrazia etica”, dove il volere del popolo è guidato e indirizzato dalle elite verso ciò che è moralmente degno di interesse. Una visione paternalistica e oligarchica, di fatto realmente postdemocratica.
Ecco, il brodo di coltura del Pd è questo. Solo che il partito che fu di Veltroni e Franceschini è stato fino ad ora trascinato da tali settori anziché esserne la locomotiva. Con Bersani accadrà la stessa cosa? Staremo a vedere. Per come si è mosso fino ad ora, per la sua storia politica, per le sue idee e i suoi agganci, il neosegretario sembra l’uomo giusto per legare in modo ancora più solido il partito ai poteri forti e dare magari maggior peso specifico al Pd nello schieramento oligarchico antiberlusconiano. Un ex Pci, con mentalità organizzativa, burocratica e attivistica di stampo togliattiano messa al servizio di un progetto che da sempre guarda ai salotti buoni della finanza. Bersani fu l’uomo di riferimento dell’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, che si disse pronto «a dare il massimo supporto» all’allora ministro dello Sviluppo economico.
«Nel marzo 2008 – ricorda il Corriere della Sera – quando il gover­no di centrosinistra stava esalan­do gli ultimi respiri, i due rievo­carono così i due anni trascorsi dai lati opposti della barricata. Bersani: “Ringrazio Montezemo­lo del confronto, spesso anima­to, ma sempre civile. Abbiamo cercato di fare ciascuno qualco­sa di buono”. Montezemolo: “Posso contare sulle dita le volte in cui non mi sono trovato d’ac­cordo con Bersani”. Va detto che l’ex presidente degli industriali non è l’unico im­prenditore con cui il segretario del Pd ha un rapporto speciale. C’è anche il suo partner in varie iniziative, Diego Della Valle. E l’attuale presidente dell’Alitalia Roberto Colaninno, padre del de­putato Pd Matteo Colaninno (bersaniano), dieci anni fa prota­gonista della scalata a Telecom Italia. “Gli vanno riconosciuti dei meriti. Spero resti sulla sce­na”, dichiarò Bersani quando nel 2001 Telecom Italia passò di mano. Una relazione inossidabi­le, come quella con la Lega delle cooperative di Giuliano Poletti. Mai ufficialmente schierata con Bersani, ma non per questo indifferente alla battaglia per la segre­teria del Pd. Ma le lenzuolate bersaniane ebbero anche la sponda del go­vernatore della Banca d’Italia. Che fu ricambiato con un pub­blico apprezzamento: “Mi pare che Mario Draghi appoggi la no­stra linea di riforme sul massi­mo scoperto e la trasferibilità dei mutui”». Bersani uomo dei poteri forti quindi. Ma anche del sindacato: si consideri solo che dei dieci componenti della segreteria della Cgil ben sette, escludendo Epi­fani, Paola Agnello Modica e Morena Piccinini, si sono ad­dirittura candidati nelle liste a soste­gno di Bersani. Imprenditori e sindacati uniti nella lotta. E’ il trionfo di quella che Pareto chiamava “plutocrazia demagogica”.
Rispetto a tutto ciò, il ruolo delle avanguardie attive non può che essere quello di serrare i ranghi e fiutare i cambiamenti in atto. Senza tentazioni da “utili idioti”, in un senso o nell’altro, ma anche senza falsi moralismi, inutili reticenze, sterili duropurismi. Non c’è da fare le guardie bianche di alcuno zar, c’è solo da calarsi nella realtà. L’assalto delle forze antinazionali all’Italia è un dato di fatto, chiaro come il sole. Occorre allora rilanciare la sfida, fare quadrato ed essere “lobby di popolo”. La partita è appena incominciata.

No al Grande Fratello

articolo

L’Asso di Cuori

L’Asso di Cuori viene fondato da un gruppo di ragazzi e ragazze, che da tempo percorrono lo stesso cammino legati insieme da un’unità di spirito e d’intenti. Questo soggetto, non è quindi un’effimera unione di individui senza identità ma è una comunità umana, che si riconosce e che è diventata coesa e decisa nell’affermazione delle proprie idee e delle proprio istanze. Siamo giovani, alcuni hanno da poco superato i 17 anni, altri vanno per i 30, accomunati dall’amore per la propria città e da una chiara e unica volontà: rivoluzionare le cose! Parrà di sicuro strano agli animi facilmente suggestionabili questo termine: rivoluzione, anziché cambiamento. Il cambiamento è sempre parziale, è riformante e non va alla radice, all’origine della realtà o dei fatti. La rivoluzione, come da etimologia, fa tabula rasa quindi azzera tutto e fa ripartire. La rivoluzione che invochiamo e della quale vogliamo essere gli alfieri, è una rivoluzione culturale, di stile, di mentalità. Di niente ci importa conservare, tutto intendiamo innovare ed oltrepassare. Rivendichiamo quindi il nostro essere gioventù, non solo per un mero fattore anagrafico ma per un’essenza, una visione che ci porta a guardare il mondo con gli occhi di chi vuole cavalcarlo assaltandolo, senza farsi trascinare e perdere nel turbinio della società moderna. Radicati e saldi nei nostri principi, ci siamo posti una sfida: quella di costruire qui ed ora la realtà che vogliamo, senza aspettare false promesse di paradisi in terra o farci abbindolare dai predicatori di turno. Viviamo in una società “dis-sociata”, i legami singoli e comunitari sono sfibrati, impera l’individualismo ed il materialismo (sia come stile di vita, sia come concezione del mondo), il disagio è il sintomo cardine di un malessere diffuso a più livelli: esistenziale, culturale, politico. C’è chi si arrende, chi si adagia, chi accetta passivamente lo status quo. Noi al contrario intendiamo reagire, non vogliamo mettere pezze né donare speranza, aderiamo completamente alla vita e crediamo fermamente nell’azione in prima persona, volontaria non delegata. Abbiamo la pretesa di diventare una guida per i giovani di questa città, un possibile esempio, o quantomeno un’alternativa alla rassegnazione.

“ L’Asso di Cuori si propone di rigenerare, sostenere e diffondere la radicazione di uno stile di vita comunitario, una visione identitaria della cittadinanza, uno spirito atto alla giustizia sociale ed alla solidarietà di popolo. E lo fa con la forza della giovinezza, con tradizione e ribellione, pensiero ed azione, dinamo e destino.”